Ettore Verdile
"Io faccio sempre quello che a lui piace" (Gv 8,29)
1 luglio 1933 - Italia, 5 aprile 2019

Rocca di Papa, 11 aprile 2019
Carissimi e carissime,
Ettore Verdile, focolarino sposato di Roma, il 5 aprile 2019 è
partito per il Cielo, accompagnato dall’affetto di Nanda, dai figli Elena,
Giulia e Emanuel. Ettore nasce a Milano nel 1933 . Nel ‘37 la famiglia si
trasferisce a Roma per curare il padre ammalato. Ettore è affidato agli zii e pur circondato
d’affetto avverte un senso di orfanezza. Dopo la morte del padre e diminuendo
il pericolo della guerra, a 11 anni torna in famiglia. Il rapporto con la
religione è praticamente inesistente e seguono “anni bui” con esperienze molto
negative.
Ma alcune circostanze
provvidenziali preparano una svolta ed una risalita. Importante è l’incontro
con Nanda: è colpito da questa ragazza “dal carattere mite ma fermo, seria e
riservata, cattolica osservante” e per la prima volta avverte il desiderio di
costruire una famiglia. Inoltre quando non riesce ad accedere all’Accademia
Aeronautica e ne è tanto deluso, per una grazia comincia a capire di aver perso
ciò che dà senso alla vita: il rapporto con Dio. Lo cerca e rimane conquistato
dal Vangelo. Attraverso un sacerdote incontra i focolarini che gli parlano
della scelta di Dio come possibile a tutti. Così inizia a frequentare il
focolare nonostante l’ufficio e le responsabilità sindacali. Ettore scopre: “una via nuova, straordinaria, rivoluzionaria
nella Chiesa preconciliare, una strada meravigliosa, difficile, ma aperta ad
ogni uomo”. All’inizio del ’64 scrive a Chiara ed esprime la sua ferma
intenzione di legarsi al suo Ideale, per tutta la vita. Inizia un lungo
percorso, che durerà 45 anni nell’Opera di Maria, con voli ed acrobazie ben
diversi da quelli che avrebbe vissuto nell’Aeronautica. Vive con serietà la
scelta di Gesù Abbandonato e la realtà di Maria Desolata. E’ sempre molto
impegnato in tutte le iniziative del Movimento in focolare, in famiglia, in
parrocchia. Ha occasione di conoscere personalmente Chiara, don Foresi, Igino
Giordani ed alcune delle prime focolarine e primi focolarini.
Da una lettera a Chiara: “Mentre ci comunicavi la stupenda realtà di
Gesù Abbandonato che il Signore ha voluto rivelarti, mi sono sentito non solo
più focolarino avendo rinnovato la mia scelta, ma anche più membro della Chiesa
ed ho sentito di dover ringraziare profondamente Gesù che ti ha mandato alla Sua Sposa per renderla più consapevole
della bellezza di cui deve risplendere”. In un’altra del ’74: “Da sempre ho intuito il bene che l’Ideale
può fare alla Chiesa e a tutta l’umanità, ma solo oggi credo di aver colto un
po’ tutta la portata del messaggio che Gesù ha voluto affidarti per la Sua
Chiesa e le risposte che Dio vuol dare a questa umanità che soffre senza capire
il perché, e come Maria abbia deciso di intervenire nella storia servendosi di
te”.
Quando nel ‘77 riceve da Chiara la
Parola di Vita: “Io faccio sempre quello
che a lui piace” (Gv 8,29), Ettore la ringrazia felice: “… ho cercato di far sempre più coincidere la
mia volontà con la volontà di Dio perché il mio volere non fosse diaframma tra
la mia anima e la luce che mi veniva donata (…), perciò quando ho letto la
Parola di Vita che mi mandavi, mi si è letteralmente accapponata la pelle e
sono stato invaso da una gioia grande”.
Ettore era attirato dalla
sapienza e la sapeva dare con semplicità, come emerge da tante testimonianze,
offerte in un clima di raccoglimento e serenità, durante il suo funerale nella
chiesa parrocchiale gremita. Qualcuno commentava con un’espressione di
Sant’Agostino: “Non ti chiedo, Signore perché ce l’hai tolto, ma ti ringrazio
perché ce l’hai dato”.
Emmaus