Pasquale Lo Vetere
"Chi è fedele nelle piccole cose è fedele anche nelle grandi" (Lc 16,10)
30 settembre 2019

Rocca di Papa, 8
ottobre 2019
Carissimi e
carissime,
Pasquale Lo Vetere, focolarino sposato di Palermo, è arrivato
all’incontro con Dio il 30 settembre all’età di 86 anni, a conclusione di una
vita trascorsa nel credere al Suo amore.
Nato in Sicilia nel 1933, fin da
piccolo viene avviato al lavoro per aiutare la famiglia. Più tardi, già
sposato, vive il distacco dalla sua terra dovendo emigrare in Svizzera, dove
per sette anni fa il cameriere. La lontananza dalla famiglia e la durezza
delle condizioni di lavoro lo forgiano nel carattere, dandogli concretezza e
soprattutto capacità di affrontare le situazioni difficili.
Nel ‘67 conosce l’Ideale partecipando alla Mariapoli di
Messina ed è per lui un vero capovolgimento nel guardare alla vita. Instaura da
subito un rapporto con Chiara alla quale apre il cuore, donandole le sue esperienze
e i momenti di sospensione e di dolore.
In una lettera del ‘72 le scrive: “Qualche giorno fa una tentazione mi entra
nell’anima: non sono capace, non sono degno di vivere questo Ideale. Poi la
luce: Dio mi ha chiamato e Lui solo sa quanto sia degno e utile, quindi non mi
rimane che affidare tutto nelle Sue mani e nella Sua divina misericordia”.
Nel ’74 Chiara gli dà come Parola di
Vita: “Chi è fedele nelle piccole cose è
fedele anche nelle grandi (Lc 16,10).
E Pasquale ringrazia: “E’ una Parola di
Vita che mi è propria, per l’ambiente in cui vivo e per il mestiere che ho. Dio
mi deve dare una forza particolare per perseverare con tenacia e con vero amore
a Gesù Abbandonato per far sì che sia sempre fedele all’Ideale che è Dio”.
La comunione con il focolare è per lui un riferimento
fisso, il centro da cui partire e a cui fare tutto arrivare. Condividendo le
varie vicissitudini della sua famiglia trova la forza di concludere: “In tutto questo sento la mano di Dio che è
Amore e che ci vuole bene”. Si impegna a donare a fatti e a parole la vita
dell’Ideale. Molto belli e costruttivi i suoi rapporti con giovani,
seminaristi, sacerdoti, persone di altre fedi, non credenti; a tutti vuole
trasmettere la bellezza del contribuire alla fraternità universale. Con la
moglie Enza segue gruppi di famiglie, soprattutto quelle in difficoltà. La loro
profondità e semplicità è di grande testimonianza per i quattro figli e per
tutta la comunità del paese. Tanti lo ricordano come uomo giusto, forte e umile
allo stesso tempo, coerente con ciò in cui credeva.
Nel 2002 confida a Chiara: “Questi giorni … ci hanno aperto il cuore
alla comprensione della sapienza e della luce divina della Trinità e di Gesù in
mezzo a noi. Se siamo quelli che dovremmo, per essere le tue braccia per questa
umanità assetata di divino, ti prometto che mi sforzerò di rimanere nella
grazia di Dio, … per essere degno del tuo Disegno … ed essere altro Gesù per i
fratelli”.
Provato da sempre nel fisico, nel 2007
scrive ancora a Chiara: “Quest’anno in
particolare ho vissuto con Gesù Abbandonato, offrendo con immensa gioia il
fatto di essere visitato dal Suo grande Amore. Da due anni soffro di atroci
dolori (mi hanno scoperto un tumore), ma sono sereno e tranquillo perché ho
detto a Gesù, a Maria e al Padre che si compia la Sua volontà”.
E’ costretto a diradare la sua presenza in focolare, ma
rimane in contatto con telefonate e messaggi. Segue tutto e vuole essere
aggiornato su quanto si vive nell’Opera. Ed essendo sempre più unito a Dio,
sempre più mite, contribuisce molto all’unità in focolare e in famiglia. A
giugno per un ictus perde la parola, ma non si arrende. Soffre di non poter
comunicare, riesce però a farsi capire con gli occhi e muovendo le labbra. Si è
spento serenamente attorniato dai suoi familiari e dal focolare.
I figli ci hanno fatto dono di una
preghiera che Pasquale aveva scritto di suo pugno e che recitava ogni giorno:“Spirito Santo, dammi la fede per lodarti e
amare con un cuore di carne. Dammi la luce per immergermi nell’immensità
celeste e discernere in ogni situazione quale sia la Tua Santa Divina Volontà”.
Preghiamo
uniti per lui, affinché il Padre lo accolga nel Suo Regno.
Emmaus
